lunedì 16 marzo 2009

Capitolo 116 - “L'ultima volta che ho avuto paura è stato quando quel bambino delle elementari voleva picchiarmi. Giovedì scorso.”

L'Italia è sempre stata terra di artisti, mi pare di averlo letto su un libro di storia dell'arte (mi pare, avevo dal 2 al 3 in storia dell'arte). E guardate anche al giorno d'oggi, quante cose esportiamo in tutto il mondo: la moda, la pizza, la mafia, il mandolino. Dal punto di vista dell'intrattenimento, però, oggi siamo in ritardo. All'estero non guardano più i nostri film, in tv impazzano solo reality importati dagli Usa, perfino i Cesaroni sono un adattamento di un format spagnolo.
Eppure, in mezzo a tanta mediocrità, c'è un uomo che ancora tiene alta la bandiera del made in Italy.

Ricominciamo. Forse, miei cari 4 lettori, non vi considerate più in età per leggere fumetti. Che ristrettezza mentale, gente! Se potete guardare i Simpson, allora potete anche leggere i fumetti. E oggi mi trovo qui per consigliarvi uno dei più grandi fumettisti italiani. Avete presente quel personaggio con le orecchie da topo, quello che grandi e piccini amano da tanti anni, e non ne hanno mai abbastanza? Beh, l'ha inventato lui.

"Topolino" chi??

No, parlo di Rat-Man!

Rat-Man nasce dalla mente di Leo Ortolani (il fumettista sopraccitato) nel 1989, anche se è stato solo dalla metà degli anni '90 che avete potuto trovarlo in edicola. Prima era abbonato, per cui si faceva recapitare il Topolino a casa.
Sin dalla terza vignetta della sua prima storia veniamo a sapere dei particolari sul suo triste passato:
"La mente torna alla sua infanzia, segnata da un doloroso ricordo... quando perse entrambi genitori a una svendita in un grande magazzino. Non potrà mai scordare i prezzi esposti sulla merce: una vera ladrata! Fu allora che, per una curiosa e alquanto oscura associazione di idee, decise di vendicare la scomparsa dei suoi genitori combattendo il crimine!"

Negli anni Rat-Man ci ha raccontato tante storie. Ci ha fatto ridere, ci ha fatto piangere, ci ha perfino fatto un po' cagare con una serie a cartoni animati che faceva sembrare ridicolo quell'umorismo che invece sulla carta stampata appariva tanto fine. Ma a Leo non bastava, e così ha iniziato a produrre storie alternative, come ad esempio delle parodie: Star Rats, opera molto più riuscita dell'originale Star Wars ("È un periodo di pace per la galassia. Da secoli i pianeti hanno dimenticato il significato di parole come guerra, violenza e anacoluto"). O l'ancora più riuscito Il Signore dei Ratti (come dimenticare Sedobren Gocce, l'unico stregone che va preso a stomaco pieno?).


In quest'ultima opera poi compaiono l'oscuro signore Bulbo e il suo fedele servitore Sofferenzo, chiaro riferimento ad Aldo e Giuda, protagonisti della saga di Venerdì 12. La storia di un pover'uomo che, rifiutato dalla donna che ama, si trasforma in un orribile mostro ("Giuda, mio fedele servitore, solo l'amore di Bedelia, o il sangue versato di una vergine, potranno restituirmi il mio volto. Avrei preferito qualcosa di più semplice, che so, fare la ceretta a un gorilla". "Un giurno ci riuscirete, padrune. E non angustiatevi per il vostro aspetto, nun è poi così deforme. Ah, vedete? Vi ho fatto sorridere!". "Quella non è la bocca, imbecille").


La prossima volta che andate in edicola, chiedete all'edicolante se Rat-Man è uscito.
E se vi risponde di sì, chiedetegli se sa quando torna.

lunedì 9 marzo 2009

Capitolo 115 - Che fico!

Che annata, l'82. Non solo l'Italia vince i Mondiali in Spagna, non solo esce Blade Runner (questo l'ho scritto per attirare la tua attenzione, Matita ;), non solo il 30 giugno viene applicato per l'undicesima volta il minuto da 61 secondi (questa non la sapevate, eh?)...
No, nel 1982 una canzone di Pippo Franco diventa la sigla d'apertura del Festival di Sanremo. E il mondo della discografia si inchina.



Voi che dite? A me piace un frego! xD